domenica 27 febbraio 2011

giovedì 24 febbraio 2011

Esonero tasse scolastiche - Limiti di reddito &C.

Circolare Ministeriale 3 febbraio 2011, n.9
PROT. n. 749
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Dipartimento per l’Istruzione
Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica
Ufficio Sesto

AI DIRETTORI GENERALI DEGLI UFFICI SCOLASTICI REGIONALI
LORO SEDI

Oggetto: Limiti di reddito per l’esonero dal pagamento delle tasse scolastiche per l’anno scolastico 2011/2012.
L’art. 21, comma 9, della legge 11-3-1988, n. 67 (legge finanziaria 1988) stabilisce, tra l’altro, che i limiti di reddito previsti dall’art.28, comma 4, della legge 28-2-1986, n.41 (legge finanziaria 1986) sono rivalutati, a decorrere dall’anno 1988,in ragione del tasso d’inflazione annuo programmato.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del Tesoro – Direzione Generale Analisi Economica e Finanziaria ha comunicato in data 14 gennaio 2011 che il tasso d’inflazione programmato per il 2011 è pari all’1,5 per cento.

I limiti massimi di reddito, ai fini dell’esenzione dalle tasse scolastiche, pertanto, sono rivalutati, per l’anno scolastico 2011/2012, come dal seguente prospetto in euro (clicca l'immagine per ingrandirla):



La misura delle tasse scolastiche è stata determinata dal D.P.C.M. 18 maggio 1990 (G.U. Serie Generale n.118 del 23-5-1990.

Con la C.M. n. 2 del 4-1-2006 e con la C.M. n.13 del 30-1-2007 è stato comunicato che gli studenti che si iscrivono al primo, secondo e terzo anno dei corsi di studio degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado sono esonerati dal pagamento delle tasse scolastiche erariali.

L’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n.296 (legge finanziaria 2007) ha disposto, tra l’altro, che resta fermo il regime di gratuità ai sensi dell’articolo 28, comma 1 del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n.226.

L’art.1, comma 1 del D.M. 22 agosto 2007, n 139 – regolamento recante norme in materia di adempimento dell’obbligo di istruzione – ha stabilito che l’istruzione obbligatoria è impartita per almeno dieci anni e si realizza secondo le disposizioni indicate all’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006,n.296.

Da ultimo, si rammenta che l’obbligo di istruzione, in base all’art. 64,comma 4 bis, della legge 6 agosto 2008, n. 133, può essere assolto anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al capo III del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226 (cfr. C.M. 30 dicembre 2010, n.101, concernente le iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2011/2012).

Con il conseguimento di un titolo di studio di istruzione secondaria di secondo grado o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il 18° anno di età si assolve anche il diritto dovere di cui al Decreto legislativo n.76/2005.

Resta, pertanto, confermato l’esonero dal pagamento delle tasse scolastiche erariali per gli studenti che si iscrivono al primo, al secondo e terzo anno dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore.

Con l’occasione, in relazione al versamento della tassa erariale e del contributo da parte dei candidati esterni agli esami di Stato, non sembra inopportuno far presente in questa sede che, come già precisato con la O.M. n.44 del 5 maggio 2010, art.22, il versamento del contributo da parte di candidati esterni nella misura richiesta, regolarmente deliberata dal Consiglio di Istituto, è dovuto esclusivamente qualora essi intendano sostenere esami con prove pratiche di laboratorio.

La misura del contributo, pur nel rispetto delle autonome determinazioni ed attribuzioni sia delle istituzioni scolastiche statali che di quelle paritarie, deve, comunque, essere stabilita con riferimento ai costi effettivamente sostenuti per le predette prove di laboratorio. Il pagamento della tassa erariale, nonchè dell’eventuale contributo, deve essere effettuato e documentato all’istituto di assegnazione dei candidati, successivamente alla definizione della loro sede d’esame da parte del competente Direttore Generale.

IL DIRETTORE GENERALE

Carmela Palumbo

martedì 22 febbraio 2011

Test INVALSI per attrarre studenti

di Lorenzo Salvia
da Il Corriere della Sera
20 febbraio 2011
"I test Invalsi per attrarre studenti. «Così evitiamo i tagli»
È come gli spot della tv. Il biscotto A è migliore del biscotto B perché ha più vitamine e meno zuccheri. E la Mazzini è migliore della Garibaldi perché i suoi studenti sono più bravi sia in italiano che in matematica. Le scuole italiane scoprono la pubblicità comparativa. Sito Internet dell’Istituto Beata Maria Vergine, Merate, provincia di Lecco: «Per testimoniare la qualità del nostro lavoro in classe e per invitare altre scuole a fare altrettanto abbiamo deciso di pubblicare i risultati dei nostri studenti alle prove Invalsi» . E cosa diavolo sono queste prove Invalsi? L’idea degli spot parte proprio da qui. Dire che in questa scuola hanno tutti dieci non funzionerebbe: ogni insegnante ha un suo metro di giudizio e il dieci della Mazzini può valere il sette della Garibaldi. Ma da qualche anno nelle nostre elementari e medie si fanno anche test di italiano e di matematica uguali per tutti e corretti per tutti allo stesso modo dall’Istituto per la valutazione del sistema educativo, l’Invalsi appunto. Non ci sono simpatie o antipatie, non esistono insegnanti di manica larga o di manica stretta: il metro di giudizio è sempre lo stesso. Grazie a questi test ogni scuola conosce qual è il suo punteggio reale. E può sapere se fa meglio o peggio della media regionale e nazionale. A farsi pubblicità così, naturalmente, sono solo le scuole sopra la media. Le scuole private con l’obiettivo di attirare studenti, visto che vivono di rette oltre che di contributi pubblici. «Naturalmente— dice Stefano Pierantoni, preside dell’Istituto Beata Maria Vergine, vicino a Lecco— vogliamo far vedere che lavoriamo bene. Ma credo che il confronto sia utile per tutti, in modo da estendere i modelli che funzionano e scartare quelli che non funzionano» . La stessa spiegazione che danno alla media Kolbe di Lecco, 10 punti sopra la media lombarda, 15 sopra quella italiana. Ma a mettere i loro punteggi su internet sono anche scuole pubbliche come la Luciano Manara di Milano o la Valpantena di Verona. Che interesse hanno, loro? «Per una questione di trasparenza — spiegano alla elementare del secondo circolo di Pompei — ma anche per avere un buon numero di richieste. Così riusciamo a salvare gli organici dai tagli» . A ciascuno il suo (motivo), e la pubblicità cresce. In Inghilterra e in alcuni Stati degli Usa pubblicare i risultati è obbligatorio. Esiste una vera e propria classifica delle scuole, dalla migliore alla peggiore, che le famiglie leggono e rileggono al momento delle iscrizioni. In Italia no, ogni istituto conosce solo il proprio risultato. Se vuole può confrontarlo con la media regionale e nazionale ma una graduatoria completa non c’è. «Il nostro obiettivo— dice Elena Ugolini del consiglio d’indirizzo dell’Invalsi — non è dividere tra buoni e cattivi ma valorizzare il lavoro degli insegnanti. Maestri e professori lavorano in situazioni molto differenti e con ragazzi che arrivano da famiglie molto diverse fra loro» . Ecco, quei numeri ci dicono davvero se la scuola funziona? In realtà così com’è, il dato Invalsi non spiega tutto. Di solito le scuole di città hanno punteggi più alti di quelle di paese, quelle del Nord fanno meglio di quelle del Sud. Ma, all’inizio della carriera scolastica, famiglia e ambiente di provenienza possono pesare più degli insegnanti. Nei prossimi mesi l’Invalsi aggiornerà i risultati depurandoli dagli effetti delle condizioni sociali, economiche e culturali. Neutralizzando, cioè, il vantaggio che lo studente può avere in partenza considerando titolo di studio e lavoro dei genitori, libri e computer che trovano in casa e altro ancora. Il nuovo punteggio indicherà il valore aggiunto dalla scuola, come già si fa in Inghilterra o negli Stati Uniti. Potremmo scoprire che una scuola del centro città è buona solo perché pesca i bambini più fortunati, mentre quella di provincia parte sì svantaggiata ma li fa migliorare molto di più. Anche gli spot dovrebbero cambiare."

giovedì 17 febbraio 2011

Paolo Poli Legge Pinocchio



Come si valuta il merito?


Proponiamo di seguito un paio di opinioni ricevute sulla sperimentazione del merito proposta dal ministro Gelmini (che decisamente non sembra essere decollata).

Ricordando che l'esigenza di una valutazione interna nazionale e' vecchia come il "cucco" ( se ne parl ada almeno trent'anni!) e che come genitori ci troviamo spesso di fronte ad insegnanti assolutamente incompetenti oltre che frustrati, elaborare un metodo di valutazione delle capacita' e competenze dei nostri docenti non ci farebbe certo schifo (in linea di principio). L'attuazione da parte del ministro, al solito, ci sembra raffazzonata e costruita su concetti ed idee di scarsa lungimiranza. Purtroppo e' un tema tecnico che non abbiamo ancora approfondito. Lo faremo prima possibile. Intanto, per il dibattito proponiamo le seguenti opinioni:

Prima Opinione:
"È ormai chiaro a tutti, anche a coloro che in questi anni si erano
affannati a sostenere la “cultura della valutazione”, quale sia la
finalità vera dei test INVALSI: agganciare a questi risultati la
carriera dei docenti. A SECONDA DI COME I TUOI STUDENTI SVOLGONO I
QUIZ, SARÀ STABILITO IL TUO STIPENDIO. È questo infatti il succo delle
sperimentazioni sul merito che la Gelmini sta cercando di far partire
in diverse città italiane.

Ma a Pisa, a Torino, a Napoli, a Milano, a Cagliari e a Massa Carrara
il MIUR non è riuscito a trovare le 20 scuole che dovevano sottoporsi
alla sperimentazione sul merito: i Collegi docenti, in massa e a
larghissima maggioranza, hanno detto NO. I docenti italiani hanno
dato, per noi tutti, una grandissima prova di resistenza e di difesa
della libertà di insegnamento. Ora sta a noi opporci nelle nostre
scuole alle prove INVALSI che, è bene ricordarlo, non sono affatto
obbligatorie.


Gli scorsi anni i Dirigenti scolastici hanno impedito ai Collegi
docenti di esprimersi sulla questione delle prove Invalsi affermando
che esse sono obbligatorie e che il Collegio non ha competenza in
materia. Tali affermazioni non sono esatte:
i dirigenti non ricevono
ordini dall’INVALSI né dal direttore dell’Ufficio Regionale, tanto
meno dagli ispettori. I dirigenti devono presiedere i Collegi Docenti
garantendo il rispetto delle scelte didattiche; inoltre devono
ascoltare i genitori e informarli, seriamente. Se non lo fanno, si
pongono come esecutori illegittimi della volontà gerarchica di quelli
che considerano loro superiori e calpestano le prerogative degli
organi collegiali. Occorre farglielo notare, perché il conflitto non è
tra insegnanti e dirigenti, ma tra didattica libera degli insegnanti e
didattica autoritaria e normativa del ministero.

Le prove Invalsi sono costate 6,6 milioni di euro nel 2010, che
diventano 8,6 nel 2011 a fronte dei consistenti tagli che l’istruzione
pubblica subisce.

ciao, nanni"


Seconda Opinione:
"In un recente seminario svoltosi a Genova in seno alla Scuola di
Dottorato sulla Valutazione (http://valutazione.unige.it/), il relatore
invitato, Norberto Bottani, già consulente del Ministro Moratti, quindi
persona non sospetta di bolscevismo, ha esplicitato in una slide
(http://www.oxydiane.net/spip.php?article462) cosa è e cosa non è la
valutazione:

! Non è :
" Il metodo di calcolo degli stipendi con la messa in causa del
criterio dell´anzianità
" La retribuzione del merito
" La sicurezza del posto

! Ma il miglioramento:
" degli apprendimenti degli studenti
" della sicurezza in sé e quindi della propria autorità
" delle strategie d´apprendimento
" della voglia di perfezionarsi
" della disponibilità a rimettersi in discussione

Quindi nego che la finalità dei test sia quella indicata dalla Gelmini
e l'uso che la Gelmini fa dei test è solo un altro elemento che mostra
la sua insensata impreparazione culturale a gestire processi che
riguardano la scuola.

Torno quindi a ripetere che l'unica cosa che otterremo con il
boicottaggio dell'INVALSI sarà la conferma che l'opinione pubblica avrà
degli insegnanti: chiusi, autoreferenziali, casta, impreparati,
privilegiati, "tanto è vero che rifiutano di essere valutati"
.

Giacché, invece, la stragrande maggioranza degli insegnanti non ha
scheletri nell'armadio, il migliore modo di dimostrarlo è aderire
professionalmente alle prove e trarne le debite conseguenze
(professionali).

A tutti, auguri di buona fortuna.

--
Paolo Fasce"

venerdì 4 febbraio 2011

Per allentare un po' ...



Anche la piu' bella strada di montagna sembra una palude se la percorri mettendo i piedi in ogni pozzanghera. Pubblichiamo con piacere la lettera di un genitore a cui ci uniamo nel ringraziare chi, ogni giorno, nonostante tutto, porta avanti con dedizione ed affetto l'educazione dei nostri figli

San Valentino - Brentonico 2011.

"Un ragazzo sta scendendo con la tavola da snow, lungo la breve pista del campo scuola. Solo un momento fa era sul lungo tappeto rullante, che trasporta gli sciatori dalla base fino alla sommità della pista che in tutto sarà lunga un centinaio di metri. Il campo scuola è gremito di gente, tra ragazzi, maestri di sci e altri turisti, ci saranno un centinaio di persone.
Il ragazzo acquista velocità, compie una virata secca, una seconda un pò più ampia e mentre si prepara per la terza virata, perde l’equilibrio, la tavola sbanda mentre la prua punta direttamente il pendio, acquista velocità e il ragazzo, irrigidito cade rovinosamente a terra, con la schiena appoggiata alla leve, le gambe lunghe e stese le braccia lungo il corpo. Sono li a qualche metro, lascio scivolare gli sci verso di lui per vedere se per caso abbia bisogno di qualcosa.
Indossa una pettorina gialla con la scritta “ Scuola Media Strocchi” come tutti i ragazzi che sono nel campo scuola quella mattina e anche sulle piste. In lontananza si notano gruppi di ragazzi che sfilano veloci sulle piste , disegnando traiettorie come righe di evidenziatore giallo su di un foglio bianco.
Guardo il ragazzo ora che è più vicino i suoi occhi si perdono nel cielo azzurro; mi vede gli sorrido e lui mi ricambia il saluto con un accenno di sorriso e subito dopo, sempre immobile, torna a guardare il cielo, meditando forse su cosa ha sbagliato e quale errore ha commesso per non essere riuscito a chiudere la terza virata.
Eppure il maestro si è raccomandato di restare in posizione centrale, di tenere le braccia larghe con le ginocchia leggermente piegate e lo sguardo sempre rivolto a valle.
Mentre lo guardo, odo dalla base della pista dove si radunano i ragazzi prima di risalire sul tappeto rullante per un’altra discesa, un grido:
“ c’è un ragazzo a terra “
subito il grido rimbalza in altre bocche e la voce si espande nel campo scuola e dopo pochi brevi minuti, un signore, piomba sul ragazzo per sincerarsi delle sue condizioni.
No prof. nessun problema sto bene, ha risposto il ragazzo interrogato dal signore,
mentre velocemente si rialza come nulla fosse accaduto.
Dunque quel signore è un professore e il grido giunto da fondo pista era di un’altro insegnante che, sorvegliando le evoluzioni dei ragazzi nel campo scuola, ne aveva visto cadere uno e rimanere a terra e preoccupato per la sua prolungata posizione , aveva dato la voce, di modo che il ragazzo venisse soccorso.
In questo episodio c’è tutto: l’attenzione la vigilanza dei professori che hanno accompagnato i nostri ragazzi nella vacanza sulla neve.
Sempre attenti, bene organizzati, molto pazienti e capaci di gestire qualsiasi situazione.
I ragazzi sono tanti, poco più di duecento, divisi in gruppi a seconda della loro capacità di sciare e ogni gruppo ha a disposizione un maestro di sci.
Forse un po duri con i ragazzi, dotati di una pazienza contingentata, armati di un vocione, anche le donne, che lacera i timpani e il silenzio che regna in montagna , i maestri di sci si distinguono con le loro eleganti divise bianche e azzurre.
Quei maestri che però alla fine del corso, dopo la festa del venerdì mattina quando tutti i ragazzi hanno gareggiato in slalom, si sono rivelati padri e madri, chiamando per nome e abbracciando gli allievi per congratularsi con loro del buon risultato; avere la padronanza degli sci.
Veramente commovente poi la dedizione che hanno messo nel seguire alcuni ragazzi più impegnativi, ragazzi che non hanno le capacità fisiche dei più ma che hanno sfoderato una grinta e una perseveranza che ha colpito tutti gli adulti presenti i quali hanno compreso quale prodigio stava avvenendo.
Che dire poi di alcuni professori che hanno instancabilmente documentato con telecamere e macchine fotografiche, per tutti cinque giorni passati sulla neve, tutti gli episodi significativi della vacanza.
Non possiamo fare altro che ringraziare questi professori per aver sopportato tutto ciò che i nostri figli gli hanno fatto passare e sono sicuro che non vedevano l’ora di tornare in classe per ritrovare il tram tram quotidiano.

Gianluca."
(foto presa dal sito della scuola)

giovedì 3 febbraio 2011

E'bene ricordare ... per sapere cosa ci aspetta!

Conosciuta come : Riforma Gelmini .

Legge 6 agosto 2008 n.133

Capo II
Contenimento della spesa per il pubblico impiego

Art. 64.
Disposizioni in materia di organizzazione scolastica

6. ... , devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012.

Ora e Sempre,
I CARE !