venerdì 4 febbraio 2011

Per allentare un po' ...



Anche la piu' bella strada di montagna sembra una palude se la percorri mettendo i piedi in ogni pozzanghera. Pubblichiamo con piacere la lettera di un genitore a cui ci uniamo nel ringraziare chi, ogni giorno, nonostante tutto, porta avanti con dedizione ed affetto l'educazione dei nostri figli

San Valentino - Brentonico 2011.

"Un ragazzo sta scendendo con la tavola da snow, lungo la breve pista del campo scuola. Solo un momento fa era sul lungo tappeto rullante, che trasporta gli sciatori dalla base fino alla sommità della pista che in tutto sarà lunga un centinaio di metri. Il campo scuola è gremito di gente, tra ragazzi, maestri di sci e altri turisti, ci saranno un centinaio di persone.
Il ragazzo acquista velocità, compie una virata secca, una seconda un pò più ampia e mentre si prepara per la terza virata, perde l’equilibrio, la tavola sbanda mentre la prua punta direttamente il pendio, acquista velocità e il ragazzo, irrigidito cade rovinosamente a terra, con la schiena appoggiata alla leve, le gambe lunghe e stese le braccia lungo il corpo. Sono li a qualche metro, lascio scivolare gli sci verso di lui per vedere se per caso abbia bisogno di qualcosa.
Indossa una pettorina gialla con la scritta “ Scuola Media Strocchi” come tutti i ragazzi che sono nel campo scuola quella mattina e anche sulle piste. In lontananza si notano gruppi di ragazzi che sfilano veloci sulle piste , disegnando traiettorie come righe di evidenziatore giallo su di un foglio bianco.
Guardo il ragazzo ora che è più vicino i suoi occhi si perdono nel cielo azzurro; mi vede gli sorrido e lui mi ricambia il saluto con un accenno di sorriso e subito dopo, sempre immobile, torna a guardare il cielo, meditando forse su cosa ha sbagliato e quale errore ha commesso per non essere riuscito a chiudere la terza virata.
Eppure il maestro si è raccomandato di restare in posizione centrale, di tenere le braccia larghe con le ginocchia leggermente piegate e lo sguardo sempre rivolto a valle.
Mentre lo guardo, odo dalla base della pista dove si radunano i ragazzi prima di risalire sul tappeto rullante per un’altra discesa, un grido:
“ c’è un ragazzo a terra “
subito il grido rimbalza in altre bocche e la voce si espande nel campo scuola e dopo pochi brevi minuti, un signore, piomba sul ragazzo per sincerarsi delle sue condizioni.
No prof. nessun problema sto bene, ha risposto il ragazzo interrogato dal signore,
mentre velocemente si rialza come nulla fosse accaduto.
Dunque quel signore è un professore e il grido giunto da fondo pista era di un’altro insegnante che, sorvegliando le evoluzioni dei ragazzi nel campo scuola, ne aveva visto cadere uno e rimanere a terra e preoccupato per la sua prolungata posizione , aveva dato la voce, di modo che il ragazzo venisse soccorso.
In questo episodio c’è tutto: l’attenzione la vigilanza dei professori che hanno accompagnato i nostri ragazzi nella vacanza sulla neve.
Sempre attenti, bene organizzati, molto pazienti e capaci di gestire qualsiasi situazione.
I ragazzi sono tanti, poco più di duecento, divisi in gruppi a seconda della loro capacità di sciare e ogni gruppo ha a disposizione un maestro di sci.
Forse un po duri con i ragazzi, dotati di una pazienza contingentata, armati di un vocione, anche le donne, che lacera i timpani e il silenzio che regna in montagna , i maestri di sci si distinguono con le loro eleganti divise bianche e azzurre.
Quei maestri che però alla fine del corso, dopo la festa del venerdì mattina quando tutti i ragazzi hanno gareggiato in slalom, si sono rivelati padri e madri, chiamando per nome e abbracciando gli allievi per congratularsi con loro del buon risultato; avere la padronanza degli sci.
Veramente commovente poi la dedizione che hanno messo nel seguire alcuni ragazzi più impegnativi, ragazzi che non hanno le capacità fisiche dei più ma che hanno sfoderato una grinta e una perseveranza che ha colpito tutti gli adulti presenti i quali hanno compreso quale prodigio stava avvenendo.
Che dire poi di alcuni professori che hanno instancabilmente documentato con telecamere e macchine fotografiche, per tutti cinque giorni passati sulla neve, tutti gli episodi significativi della vacanza.
Non possiamo fare altro che ringraziare questi professori per aver sopportato tutto ciò che i nostri figli gli hanno fatto passare e sono sicuro che non vedevano l’ora di tornare in classe per ritrovare il tram tram quotidiano.

Gianluca."
(foto presa dal sito della scuola)

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