giovedì 17 febbraio 2011

Come si valuta il merito?


Proponiamo di seguito un paio di opinioni ricevute sulla sperimentazione del merito proposta dal ministro Gelmini (che decisamente non sembra essere decollata).

Ricordando che l'esigenza di una valutazione interna nazionale e' vecchia come il "cucco" ( se ne parl ada almeno trent'anni!) e che come genitori ci troviamo spesso di fronte ad insegnanti assolutamente incompetenti oltre che frustrati, elaborare un metodo di valutazione delle capacita' e competenze dei nostri docenti non ci farebbe certo schifo (in linea di principio). L'attuazione da parte del ministro, al solito, ci sembra raffazzonata e costruita su concetti ed idee di scarsa lungimiranza. Purtroppo e' un tema tecnico che non abbiamo ancora approfondito. Lo faremo prima possibile. Intanto, per il dibattito proponiamo le seguenti opinioni:

Prima Opinione:
"È ormai chiaro a tutti, anche a coloro che in questi anni si erano
affannati a sostenere la “cultura della valutazione”, quale sia la
finalità vera dei test INVALSI: agganciare a questi risultati la
carriera dei docenti. A SECONDA DI COME I TUOI STUDENTI SVOLGONO I
QUIZ, SARÀ STABILITO IL TUO STIPENDIO. È questo infatti il succo delle
sperimentazioni sul merito che la Gelmini sta cercando di far partire
in diverse città italiane.

Ma a Pisa, a Torino, a Napoli, a Milano, a Cagliari e a Massa Carrara
il MIUR non è riuscito a trovare le 20 scuole che dovevano sottoporsi
alla sperimentazione sul merito: i Collegi docenti, in massa e a
larghissima maggioranza, hanno detto NO. I docenti italiani hanno
dato, per noi tutti, una grandissima prova di resistenza e di difesa
della libertà di insegnamento. Ora sta a noi opporci nelle nostre
scuole alle prove INVALSI che, è bene ricordarlo, non sono affatto
obbligatorie.


Gli scorsi anni i Dirigenti scolastici hanno impedito ai Collegi
docenti di esprimersi sulla questione delle prove Invalsi affermando
che esse sono obbligatorie e che il Collegio non ha competenza in
materia. Tali affermazioni non sono esatte:
i dirigenti non ricevono
ordini dall’INVALSI né dal direttore dell’Ufficio Regionale, tanto
meno dagli ispettori. I dirigenti devono presiedere i Collegi Docenti
garantendo il rispetto delle scelte didattiche; inoltre devono
ascoltare i genitori e informarli, seriamente. Se non lo fanno, si
pongono come esecutori illegittimi della volontà gerarchica di quelli
che considerano loro superiori e calpestano le prerogative degli
organi collegiali. Occorre farglielo notare, perché il conflitto non è
tra insegnanti e dirigenti, ma tra didattica libera degli insegnanti e
didattica autoritaria e normativa del ministero.

Le prove Invalsi sono costate 6,6 milioni di euro nel 2010, che
diventano 8,6 nel 2011 a fronte dei consistenti tagli che l’istruzione
pubblica subisce.

ciao, nanni"


Seconda Opinione:
"In un recente seminario svoltosi a Genova in seno alla Scuola di
Dottorato sulla Valutazione (http://valutazione.unige.it/), il relatore
invitato, Norberto Bottani, già consulente del Ministro Moratti, quindi
persona non sospetta di bolscevismo, ha esplicitato in una slide
(http://www.oxydiane.net/spip.php?article462) cosa è e cosa non è la
valutazione:

! Non è :
" Il metodo di calcolo degli stipendi con la messa in causa del
criterio dell´anzianità
" La retribuzione del merito
" La sicurezza del posto

! Ma il miglioramento:
" degli apprendimenti degli studenti
" della sicurezza in sé e quindi della propria autorità
" delle strategie d´apprendimento
" della voglia di perfezionarsi
" della disponibilità a rimettersi in discussione

Quindi nego che la finalità dei test sia quella indicata dalla Gelmini
e l'uso che la Gelmini fa dei test è solo un altro elemento che mostra
la sua insensata impreparazione culturale a gestire processi che
riguardano la scuola.

Torno quindi a ripetere che l'unica cosa che otterremo con il
boicottaggio dell'INVALSI sarà la conferma che l'opinione pubblica avrà
degli insegnanti: chiusi, autoreferenziali, casta, impreparati,
privilegiati, "tanto è vero che rifiutano di essere valutati"
.

Giacché, invece, la stragrande maggioranza degli insegnanti non ha
scheletri nell'armadio, il migliore modo di dimostrarlo è aderire
professionalmente alle prove e trarne le debite conseguenze
(professionali).

A tutti, auguri di buona fortuna.

--
Paolo Fasce"

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